Gli occhi sono sicuramente la zona più espressiva del volto. Si illuminano all’improvviso quando qualcosa ci rende felici, e si incupiscono quando siamo tristi. Li strizziamo quando siamo abbagliati dal sole, e li spalanchiamo al buio per tentare di vedere meglio. Guardiamo il nostro interlocutore dritto negli occhi quando vogliamo convincerlo che può fidarsi di noi, e allo stesso tempo siamo capaci di non staccare lo sguardo da quello di una persona che nei nostri occhi cerca conforto.
Gli sguardi rubati quando siamo attratti da qualcuno e non vogliamo farlo vedere. Quelli maliziosi e di intesa con il nostro partner. Lo scambio di sguardi con la nostra migliore amica, quando non servono parole perché ci siamo già capite. È straordinario quello che possono fare gli occhi, ma in questo periodo stanno imparando ad esprimersi ancora di più.
Già, perché è ormai da qualche mese che ci stiamo abituando ad indossare un nuovo accessorio, che sembra rimarrà parte della nostra quotidianità ancora per un po’. La mascherina, che coprendo la parte inferiore del volto lascia scoperti proprio gli occhi. Sappiamo tutti che adesso è necessaria per preservare la nostra salute e quella degli altri, ma non per questo dobbiamo rinunciare a valorizzare la bellezza del viso.
Gli occhi esprimono sempre parole ed emozioni, ma di questi tempo comunicheranno ancora di più. L’attenzione di chi ci guarda sarà focalizzata tutta su di essi.
Saranno gli occhi la parte del viso con la quale comunicheremo di più: make up e trattamenti di medicina estetica non invasivi saranno i nostri migliori alleati per valorizzare l’espressività dello sguardo.
Occhi: quali sono i principali inestetismi dello sguardo
Gli inestetismi che coinvolgono lo sguardo non riguardano in realtà solo gli occhi ma l’intera zona superiore del volto: fronte, sopracciglia e spazio compreso tra di esse. Un qualsiasi difetto a carico di queste zone va inevitabilmente ad influire sullo sguardo e sulla sua espressività.
Con l’invecchiamento compaiono le rughe di espressione. Le più comuni, e le prime a presentarsi in termini cronologici, sono le cosiddette “zampe di gallina”, le tipiche rughette che si formano agli angoli esterni dell’occhio, quando li strizziamo perché ci infastidisce la luce o abbiamo qualche fastidio. Le “zampe di gallina” si ritrovano spesso anche nelle ragazze giovani: la zona del contorno occhi è molto espressiva per cui è più soggetta alla comparsa di questa tipologia di rughe.
Altre rughe tipiche della zona superiore del volto sono le rughe frontali e le rughe glabellari. Le prime sono orizzontali e localizzate sulla fronte, le seconde sono invece verticali e compaiono nella zona compresa tra le sopracciglia. Sono dette anche le “rughe del pensatore”, perché quando ci concentriamo su qualcosa tendiamo a corrugare i muscoli delle sopracciglia che formano questa tipologia di rughe.
Le rughe d’espressione si creano infatti proprio a causa del movimento dei muscoli mimici del volto. Fino a quando la pelle è giovane ed elastica, esse si formano quando i muscoli si muovono per formare un’espressione, ma poi una volta che il volto si distende scompaiono. Quando però la pelle invecchia, perde elasticità e compattezza, e questo fa sì che le rughe si fissino.
La perdita di elasticità e compattezza delle pelle è dovuta ad una diminuzione della concentrazione di collagene ed elastina nel derma, il tessuto connettivo profondo dell’epidermide. È l’organismo stesso a produrre queste due proteine, ma con il tempo progressivamente ne rallenta la sintesi per cui la pelle tende a cedere e scivolare verso il basso, accentuando così anche i solchi formati dalle rughe.
Un altro inestetismo tipico dello sguardo coinvolge invece la zona della palpebra, che tende per l’appunto a cedere e apparire “calante”: questo difetto appesantisce lo sguardo che assume un’espressione più stanca e invecchiata.
Valorizzare lo sguardo: le tecniche di medicina estetica
Lo studio della dott.ssa Gloria Misasi utilizza tecniche di medicina estetica non invasiva per effettuare trattamenti diretti al ringiovanimento e alla valorizzazione dell’intensità dello sguardo.
Per trattare le rughe di espressione quali le “zampe di gallina”, le rughe frontali e quelle glabellari le tecniche più efficaci e più utilizzate sono quelle iniettive con filler a base di acido ialuronico.
L’acido ialuronico è un disaccaride che ha un elevato potere idratante, in quanto riesce a legarsi a tantissime molecole di acqua. Nel derma collagene ed elastina formano una sorta di “impalcatura” di sostegno per l’epidermide, mentre l’acido ialuronico una matrice gelatinosa che dona alla pelle idratazione, morbidezza e volume.
Le micro iniezioni di acido ialuronico contribuiscono quindi a “riempire” le rughe e ripristinare i volumi persi con il naturale processo di invecchiamento, andando anche a “risollevare” le lassità, donando sostegno al tessuto cutaneo. L’acido ialuronico è una molecola biocompatibile e riassorbibile, ed i risultati che si ottengono sono graduali e naturali.
Sempre rimanendo nell’ambito delle tecniche iniettive, per l’eliminazione delle rughe è sempre efficace la tossina botulinica, che provoca la distensione delle rughe perché va ad inibire la mobilità dei muscoli mimici facciali. A differenza di quanto comunemente si pensa, con la tossina botulinica non si rischia di perdere l’espressività del volto. Le tecniche, i dosaggi e le diluizioni dei protocolli attuali garantiscono anche in questo caso la naturalezza del risultato.
Entrambe le tecniche possono essere utilizzate: sarà il medico estetico a stilare un protocollo personalizzato in base alle caratteristiche della pelle ed agli inestetismi da correggere per ogni paziente.
I trattamenti sono tutti mini invasivi, non dolorosi (anche perché i prodotti contengono in genere una piccola percentuale di anestetico locale), e non richiedono convalescenza. Dopo la seduta si può tornare alla normali attività, possono presentarsi dei piccoli ponfi o arrossamenti che normalmente scompaiono da soli. Bisogna ovviamente attenersi, per i giorni successivi, a tutte le prescrizioni e tutte le raccomandazioni del medico che ha effettuato il trattamento.